Filastrocche del "Non c'è..."
Non c’è Crono senza trono,
né Zeus senza tuono.
né Zeus senza tuono.
Non c’è Dafne senza alloro,
né Apollo senza suono.
né Apollo senza suono.
Non c’è Nettuno senza mare,
né Psiche che non sa con chi stare.
Non c’è Atena senza civetta,
né Ulisse senza sirenetta.
Non c’è Ermes senza biglietto,
né Caronte senza traghetto.
né Psiche che non sa con chi stare.
Non c’è Atena senza civetta,
né Ulisse senza sirenetta.
Non c’è Ermes senza biglietto,
né Caronte senza traghetto.
Non c’è Poros senza ricchezza,
né Penia senza tristezza.
né Penia senza tristezza.
Coralì e T.V.
Non c’è Crono senza trono,
né
gelato senza cono.
Non c’è Afrodite senza bellezza,
né sguardo senza tenerezza.
Non c’è amore senza pudore,
né Ade senza calore.
Non c’è Afrodite senza bellezza,
né sguardo senza tenerezza.
Non c’è amore senza pudore,
né Ade senza calore.
Non
c’è Apollo senza lira,
né un vecchietto senza ira.
Non c’è tono senza suono,
né Zeus senza tuono.
Viola e Asso
né un vecchietto senza ira.
Non c’è tono senza suono,
né Zeus senza tuono.
Viola e Asso
Non c'è Zeus senza tuono,
né geometria senza cono.
Non c'è Apollo senza lira,
nè Ares senza ira.
Non c'è Ade senza tomba,
né uomo senza omnbra.
Non c'è Poseidone senza tridente,
né la forchette senza dente.
Non c'è Achille senza guerra,
né il mondo senza la terra.
Paperon de Paperoni e Draghetto
Non
c’ è Poseidone senza forcone
né
una macchina senza motore.
Non
c’è Crono senza trono
né
un campanello senza suono.
Non
c’è Atena che sia serena
né
un mare senza balena.
Non
c’è Bacco senza vino
né
Ade che abbia un vicino.
Titti e Pelè
Non
c’è Nettuno senza tridente,
né un Ulisse che non sia intelligente.
né un Ulisse che non sia intelligente.
Non
c’è Zeus senza lampo,
né le Muse senza canto.
Non c’è Apollo senza lira,
né Artemide senza mira.
Non c’è Afrodite senza bellezza,
né Atene senza saggezza.
Non c’è Ares senza guerra,
né Gea senza la terra.
Non c’è Eros senza amore,
né Eris senza rancore.
Non c’è Poros senza ricchezza,
né Penia senza tristezza.
Non c’è Crono senza trono,
né Atlante che sia prono.
Non c’è Ermes senza petaso,
né Bellerofonte senza Pegaso.
Non c’è Ade senza inferno,
né un Dio che non sia eterno.
Non c’è Zeus senza Era,
né Ulisse senza cera.
Sapiens e Jovanotti
né le Muse senza canto.
Non c’è Apollo senza lira,
né Artemide senza mira.
Non c’è Afrodite senza bellezza,
né Atene senza saggezza.
Non c’è Ares senza guerra,
né Gea senza la terra.
Non c’è Eros senza amore,
né Eris senza rancore.
Non c’è Poros senza ricchezza,
né Penia senza tristezza.
Non c’è Crono senza trono,
né Atlante che sia prono.
Non c’è Ermes senza petaso,
né Bellerofonte senza Pegaso.
Non c’è Ade senza inferno,
né un Dio che non sia eterno.
Non c’è Zeus senza Era,
né Ulisse senza cera.
Sapiens e Jovanotti
CRONO REA E I LORO FIGLI
Un bellissimo giorno Rea
diede alla luce un bambino.
Crono aveva sentito da una
veggente, gli aveva predetto che uno dei suoi figli gli avrebbe rubato il
trono.
Allora prese suo figlio e
tirò fuori il libro che si intitolava “Come cucinare tuo figlio”
C’erano un sacco di ricette
tra queste c’era bambino bollito con contorno
di patate lesse, cotto con il girarrosto e salsa barbecue con patatine fritte.
Quella che Crono scelse era: bambino messo un’ora a bagno Maria, con contorno
di patate lesse.
Rea partorì un altro figlio e
Crono lo mise con il girarrosto e apri un ristorante che si chiamava “Macdeo”.
Crono non aveva venduto nessun
piatto del suo ristorante e quindi se li mangio tutti lui.
Dopo un po’ di tempo Rea partorì
l’ultimo figlio.
La moglie di Crono stanca di
vedere che suo marito mangiava i suoi figli, nascose Zeus e prese una pietra,
la avvolse in delle fasce e lo diede a Crono.
Lui non se ne accorse e per
renderlo più saporito lo ricoprì di ketchup
piccante e lo mangiò in un sol boccone, dopo un po’ gli venne un malore alla pancia
e vomitò.
Tutti i figli uscirono con tutto
il mangiare addosso.
Qualcuno aveva una patata
lessa in testa e tutti in coro dissero: “Ciao papà” tirandoli le patate in
faccia.
Crono rimase a bocca aperta
mentre Rea rideva.
T.V. Paperon de Paperoni Scintilla
APOLLO E DAFNE
Un
giorno Apollo andò da Cupido e gli disse: “Io ho ucciso con solo arco e frecce
un serpente gigante a soli quattro giorni dalla mia nascita.”
Cupido
rispose alzando le spalle: “Chi se ne importa.” (In stile Pelè)
Apollo
gli disse: “Sì, sì alza pure le spalle tu con il tuo bel culotto lucido e
grassottello.”
Cupido
disse ad Apollo: “Io avrò anche un culotto lucido e grassottello… e me ne
vanto, ma un giorno la pagherai comunque.”
Allora
Cupido andò sul Parnaso e prese due frecce: una di piombo che faceva scaturire
l’odio e una freccia dorata che faceva innamorare.
Quella
di piombo la scagliò contro Dafne, una ninfa bellissima come un giglio, quella
dorata la tirò contro Apollo che si innamorò subito della ragazza.
Allora
Apollo rincorse Dafne per abbracciarla, ma lei sfuggì.
Quando
Apollo ritrovò Dafne lei cominciò a scappare e a urlare come Coralì nei suoi
momenti isterici.
La
madre terra Gea non ne poté più e la trasformò… in una pianta d’alloro.
Apollo
disse che da quel giorno chiunque fosse un famoso poeta o un atleta vincitore
avrebbe avuto come premio una corona d’alloro. Anche noi abbiamo un poeta in
classe, aspirante nuovo Dante, di nome Paper de Paperoni e a lui regaleremo una
corona d’alloro.
Giovanotti Sapiens
Bello
RispondiEliminaBellissimo. didi
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